MARCO PATUZZI

L'immaginazione è
una forma
di resistenza

MARCO PATUZZI

L'immaginazione è
una forma
di resistenza

MARCO PATUZZI

La coda del tempo

C’è una coda del tempo
che non è né immagine, né parola
ma affilata lama
che silente incide la carne.

Qualcosa su di me

All’ età di 34 anni decisi di unire le due cose che amo di più ovvero il teatro e la scrittura.

Ho avuto sin da piccolo una teatralità innata che ho successivamente sviluppato e migliorato nei vari corsi di teatro, sia classico che sperimentale, compiuti negli anni.

Quest’ ultimo mi ha insegnato un nuovo modo di pormi in scena, soprattutto nei confronti dello spettatore.

È un teatro questo che porta a rivelarti, a mostrare al pubblico quelli che sono i tuoi pensieri più intimi, le tue emozioni più profonde.

La mia fisicità aggiunge una dimensione nuova e drammatica ai miei versi creando un pathos che nessuna lettura riuscirebbe a rendere.

C’è tanta letteratura dietro la mia arte.

In particolare tanta letteratura russa.

Apprezzo quest’ ultima per la sua visione cruda e realistica dell’ esistenza.

Nel mio ultimo lavoro ” Perdita del cielo, perdita dell’altro ” vi erano, oltre a testi miei, anche poesie di Sergey Stratanovoskij, Mahmoud Darwish e Bertolt Brecht.

La poesia di Sergey Stratanovoskij mi piace perché è insieme sia satirica che di denuncia.

Una poesia al cui interno convivono sia temi sociali che temi religiosi.

Nei suoi versi, così velati di nichilismo, egli affronta la solitudine dell’ umanità rispetto ad un indifferente Dio – Natura e la crisi d’ identità di un popolo, quello russo, subito dopo la fine del impero sovietico.

Un’ altra grande ispirazione è lo scrittore tedesco Bertolt Brecht.

Sento molto affine il modo in cui egli racconta la fame, la miseria, la guerra.

Un mondo senza alcuna speranza di salvezza.

La guerra e i profughi che questa crea sono anche al centro della poetica dello scrittore palestinese Mahmoud Darwish.

Sue poesie come ” Passaporto ” e ” Si tratta di un uomo ” raccontano molto bene il senso di desolazione e di umiliazione che prova chi, non per propria volontà, è costretto a lasciare il proprio paese d’ origine

La mia nuova performance  si chiama invece

” Tempi impervi ” .

” Tempi impervi ” racconta, attraverso il linguaggio della poesia e del mimo ,questi nostri ultimi cupi tempi.

I libri che mi hanno accompagnato durante la creazione di questo lavoro sono stati:

” L’ uomo a una sola dimensione ” e ” Eros e civiltà ” di Herbert Marcuse , ” Fuga dalla libertà ” e

” Psicanalisi della psicologia contemporanea ” di Erich Fromm e , per finire , ” Perché oggi è impossibile una rivoluzione ” e ” La civiltà senza dolore ” di Byung – Chul Han .

Di Fromm e di Marcuse ho apprezzato la loro scrittura profetica.

Di come hanno saputo anticipare, attraverso i loro scritti, come si sarebbe evoluta la nostra società.

Byung – Chul Han mi piace invece per come racconta il nostro presente.

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